PROTESTA DOCENTI DI SOSTEGNO: SERVONO CONTINUITA’ E GRADUATORIA NAZIONALE
Davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito si è tenuta una manifestazione molto partecipata, organizzata dal Comitato Docenti di Sostegno e dai comitati dei genitori di studenti con disabilità. Al centro della protesta, la forte opposizione alle politiche educative promosse dal Ministro Valditara, giudicate inadeguate a garantire un sistema educativo veramente inclusivo.
“Vogliamo l’inserimento dei docenti specializzati in una graduatoria nazionale unica che superi la disuguaglianza tra Nord e Sud”, ha dichiarato Aurora Calderaro, insegnante di sostegno. “Mentre le graduatorie del Sud sono esaurite con oltre 7.000 docenti esclusi, al Nord si cercano persone non adeguatamente formate. Questa disparità è insostenibile e richiede una soluzione urgente”.
I manifestanti chiedono che i percorsi di specializzazione vengano programmati in funzione del reale fabbisogno di insegnanti. “Questi percorsi attualmente non hanno alcun valore formativo e legale”, affermano i docenti. “I nostri titoli sono stati equiparati a qualifiche senza valore, permettendo a persone senza formazione specifica di lavorare con studenti disabili. Il Ministro, anziché valorizzare la competenza, ha introdotto nelle scuole figure non preparate, mettendo a rischio il diritto all’inclusione dei ragazzi”.
Francesca Ariano, un’altra insegnante di sostegno, ha sottolineato l’importanza della continuità didattica, fondamentale per un percorso educativo stabile e proficuo. “I continui cambi di insegnanti danneggiano il processo formativo degli studenti, che hanno bisogno di riferimenti costanti”.
Inoltre, Ariano ha spiegato come l’articolo 59 del decreto legge n. 73/2021 avrebbe dovuto stabilizzare i docenti precari con incarichi entro il 31 agosto, ma la sua applicazione è stata disomogenea, con il Sud particolarmente penalizzato. “In città come Napoli, i posti con scadenza 31 agosto sono stati ridotti a incarichi fino al 30 giugno, privando migliaia di docenti della possibilità di stabilizzazione”.
I manifestanti chiedono investimenti nella scuola pubblica e la trasformazione dei posti in deroga in cattedre di diritto, sottolineando che questo non è un privilegio, ma un dovere dello Stato per garantire il diritto all’istruzione di tutti gli studenti.