
Insegnare al Nord: un sistema che mortifica i docenti precari
Francesca, giovane insegnante di Napoli, incarna una situazione comune a molti precari della scuola italiana: lasciare la propria città per inseguire opportunità lavorative altrove, spesso a caro prezzo, letteralmente e metaforicamente.
🎯 La sfida degli affitti
Francesca, trasferitasi in provincia di Milano per una supplenza annuale, ha dovuto affrontare il difficile mercato degli affitti.
- Gli affitti per una singola stanza possono superare i 750 euro al mese, la metà del suo stipendio.
- Ha trovato una soluzione condividendo un appartamento a Cesano Boscone, ma a prezzo di una qualità della vita sacrificata.
- Molti docenti si ritrovano addirittura a condividere stanze per far fronte ai costi.
🎯 Bilancio economico insostenibile
- A Milano, tolte tutte le spese (affitto, bollette, trasporti, cibo e imprevisti), Francesca riesce a risparmiare solo 200-300 euro al mese.
- A Napoli, pur con meno opportunità lavorative, potrebbe risparmiare circa 1.000 euro vivendo con i genitori. Tuttavia, trovare lavoro stabile nella scuola pubblica è un’impresa ardua.
Le considerazioni: una scuola pubblica poco equa
❗ Disparità territoriali:
Il sistema attuale costringe molti docenti a trasferirsi da Sud a Nord, aggravando le disuguaglianze tra regioni. Le opportunità sono mal distribuite, lasciando ampie fasce del Sud senza accesso stabile al mondo del lavoro.
❗ Costo della vita e stipendio non bilanciati:
Gli stipendi dei docenti, uguali su tutto il territorio nazionale, non tengono conto delle differenze nel costo della vita tra Nord e Sud.
❗ Scoraggiamento professionale:
Il sistema di reclutamento spinge i docenti a vivere situazioni precarie, scoraggiando i giovani dal considerare l’insegnamento come una carriera di lungo termine.
Le soluzioni possibili
💡 Adeguamento stipendi:
Introdurre stipendi variabili basati sul costo della vita delle diverse regioni, per garantire un equilibrio economico ai docenti che si trasferiscono in città con costi elevati.
💡 Incentivi abitativi:
Implementare programmi di alloggi a prezzi calmierati per i docenti precari, magari attraverso accordi tra enti locali e privati.
💡 Maggiore stabilità al Sud:
Investire in un piano straordinario per aumentare i posti disponibili nelle scuole del Mezzogiorno, riducendo la necessità di spostamenti verso il Nord.
💡 Rimborso spese:
Offrire rimborsi per i trasferimenti e incentivi per chi lavora lontano dalla propria regione di residenza.
💡 Valorizzare il personale precario:
Riformare i contratti per offrire maggiore sicurezza lavorativa e premi per il servizio svolto in zone disagiate
La storia di Francesca è quella di molti giovani che amano il proprio lavoro ma si trovano a pagare un prezzo troppo alto per esercitarlo. Serve una riforma seria e inclusiva che renda la scuola pubblica un’istituzione equa, capace di sostenere chi sceglie di insegnare. La qualità dell’istruzione in Italia passa anche da qui: garantire ai docenti le condizioni per lavorare con dignità.