Il profilo del docente inclusivo
La definizione del docente inclusivo da parte dell’Agenzia Europea per i Bisogni Educativi Speciali e l’Istruzione Inclusiva risale al 2012. In quell’anno, l’Agenzia ha pubblicato il documento intitolato “Profile of Inclusive Teachers”, che ha delineato le competenze chiave per i docenti inclusivi, promuovendo un approccio pedagogico che risponda ai bisogni di tutti gli alunni, compresi quelli con bisogni educativi speciali. Questo profilo è stato il risultato di un lavoro collettivo tra esperti di vari paesi europei, con l’obiettivo di creare un quadro comune per l’educazione inclusiva in Europa.
Per la redazione del Profilo sono stati adottati tre parametri:
1 – L’inclusione è un approccio educativo che poggia su principi etici, sul rispetto del diritto allo studio e su una serie di valori fondamentali;
2 – Esistono difficoltà di ordine pratico e concettuale nell’individuazione di singole competenze per l’insegnamento in una scuola inclusiva, pertanto, ai fini della redazione di un Profilo utile a più Stati Membri dell’Unione Europea e a più soggetti interessati, è stato adottato un approccio ampio;
3 – Le priorità politiche e gli effetti delle politiche sociali all’interno dei singoli paesi non possono essere ignorate, ma c’è un quadro politico internazionale e comunitario di riferimento sottoscritto dagli Stati Membri dell’Unione Europea in materia di integrazione scolastica e formazione docente.
Sono stati individuati quattro valori fondamentali per l’insegnamento e l’apprendimento come base del lavoro dei docenti in ambienti scolastici inclusivi.
1. Valorizzare le diversità degli alunni: tutte le differenze degli alunni sono una risorsa e un punto di forza per l’educazione.
2. Sostenere tutti gli alunni: gli insegnanti devono avere elevate aspettative di apprendimento per tutti gli alunni.
3. Lavorare in team: la collaborazione e il lavoro in gruppo sono approcci essenziali per tutti gli insegnanti.
4. Coltivare personalmente il proprio lifelong learning professionale: l’in- segnamento è un’attività di apprendimento e gli insegnanti hanno la
responsabilità del proprio sviluppo professionale continuo
La filosofia di fondo del Profilo poggia sull’assunto che l’inclusione in educazione sia una questione di valori e convinzioni e pertanto richieda una iniziativa“politica”, oltre che un quadro sociale e politico generale favorevole. L’inclusione, quindi, prima di realizzarsi nei contesti educativi, consta di una serie di idee e valori che riguardano il tipo di società da costruire e la persona da sviluppare.
Per ognuno di questi valori vengono individuati delle aree di competenza; per quanto riguarda la valutazione della diversità degli alunni le aree di competenza riportate sono relative alle opinioni personali sull’integrazione scolastica e sull’inclusione e le opinioni personali sulla differenza di apprendimento.
Per il valore dato al sostegno dei discenti le aree di competenza sono: la promozione dell’apprendimento accademico, pratico, sociale ed emotivo di tutti e l’utilizzo di approcci didattici efficaci in classi eterogenee.
Per quanto riguarda il valore relativo alla collaborazione con gli altri le competenze sono relative al lavorare con i genitori e con le famiglie e lavorare con i professionisti.
In ultimo, per ciò che concerne il valore della formazione permanente, le aree di competenza riguardano i docenti come praticanti riflessivi e la formazione iniziale come base per il successivo aggiornamento e sviluppo professionale.
Il profilo dei docenti inclusivi vede dei punti di affinità ed è in continuità rispetto alle Raccomandazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 che contengono le otto competenze chiave necessarie a tutti i cittadini all’interno di un contesto di apprendimento permanente.
Ciò che emerge chiaramente dal Profilo è che l’integrazione scolastica è per studenti ma anche per docenti e che questi ultimi sono i destinatari di una formazione per l’inclusione che possa agire come leva di cambiamento a livello pratico.
Affinché il cambiamento e l’inclusione avvengano, l’Agenzia Europea ripone nel ruolo dei dirigenti scolastici e nei docenti molta responsabilità. I dirigenti sono individuati come coloro che devono impegnarsi per l’aggiornamento professionale continuo di tutti i docenti e adottare le Raccomandazioni (2006) che vengono fornite dall’Agenzia Europea. Esse indicano, in primo luogo, di costruire un gruppo decisionale in grado di garantire sostenibilità ed impegno mediante la distribuzione dei compiti agli stakeholder. In secondo luogo, i dirigenti scolastici e gli insegnanti devono usare un linguaggio che non contenga etichettature o categorizzazioni inoltre, essi devono garantire un insegnamento basato su un approccio scientifico per consentire a tutti di migliorare. In terzo luogo, essi devono creare delle opportunità per garantire agli alunni una pertinenza dei percorsi di studi sulla base degli interessi e delle aspirazioni personali. Viene anche proposta una cultura della valutazione che
consenta di valutare grazie all’apporto che viene, non solo dagli insegnanti, ma anche degli altri stakeholder affinché si costruiscano dei processi che supportino la collaborazione con famiglie e altri servizi.
Da diversi studi è emerso che gli atteggiamenti negativi degli insegnanti potrebbero essere il principale ostacolo all’inclusione. I valori condivisi rendono possibile invece la cooperazione che non sarebbe possibile in assenza di una base valoriale condivisa; questo è uno degli elementi più difficili da ottenere che quindi potrebbe impedire l’effettiva realizzazione inclusiva nelle scuole (Unesco, 2000).
Una formazione adeguata sembra essere un valido aiuto per avere la possibilità di ampliare il proprio sguardo permettendo di diventare agenti attivi di cambiamento; l’agire trasformativo permette di abbracciare meglio il concetto di valorizzazione delle differenze come risorsa. Dalle ulteriori indagini condotte viene evidenziato come sia importante allargare la formazione dei docenti a tutti, essa non deve essere solo
destinata agli insegnanti di sostegno ma anche ai docenti curricolari valorizzando l’ottica del sostegno diffuso.
All’interno dei corsi di formazione, i contenuti che devono essere trasmessi sono almeno tre secondo Howard (2004): comprensione degli obiettivi del curricolo, la competenza nell’uso della tecnologia e la competenza nella creazione di curricolo per la classe. Per quanto riguarda il primo punto, è necessario avere chiaro il significato profondo dei contenuti affinché vi sia una conoscenza profonda e non astratta. A
proposito della competenza nell’uso della tecnologia, è opportuno che gli insegnanti abbiano sempre maggiore dimestichezza con la tecnologia che può essere usata dagli studenti per apprendere, manipolare e condividere le informazioni; in questo modo essa diventa un facilitatore all’apprendimento. In terzo luogo, la competenza nella creazione del curricolo per la classe, riguarda l’adozione di una progettazione che sia
in grado di incontrare i bisogni educativi di tutti gli studenti; deve quindi essere allo stesso tempo intuitiva, equa e flessibile (Ghedin, 2017).
Il docente inclusivo è un professionista preparato, riflessivo che cura la propria crescita culturale, affina il personale bagaglio formativo, acquisisce ulteriori abilità e competenze, elabora progetti innovativi, praticando un “mestiere” che si costruisce in progress, in quanto orientato all’utilizzo di pratiche formative in unn contesto scuola in grado di incentivare apprendimenti cooperativi, metacognitivi, funzionali a rispondere alle esigenze di tutti gli alunni. (Gaspari, 2017, p.1).
In conclusione, alla luce di tutte le considerazioni fatte fin ora è evidente come, per essere degli insegnanti inclusivi, l’UDL appare uno strumento molto utile che va nella direzione inclusiva.