
IL COVID 19 NON FERMA I CONCORSI A CATTEDRA
Come annunciato dal Ministro Azzolina i concorsi a cattedra saranno banditi a breve. Il Decreto Scuola, varato nella giornata di lunedì 6 aprile 2020 ha previsto la possibilità di bandire i concorsi a cattedra nonostante l’emergenza sanitaria ancora in atto nel nostro Paese.
In una prima bozza del Decreto, veniva esclusa la necessità di attendere il parere del CSPI per pubblicare i bandi, con la giustificazione dell’emergenza sanitaria. In seconda battuta, invece, si prevede che l’organo collegiale possa rendere il proprio parere nel termine di sette giorni dalla richiesta da parte del Ministero dell’istruzione.
Il CSPI, quindi, potrebbe esprimere parere sui testi dei bandi che saranno pubblicati.
Dobbiamo però distinguere la pubblicazione del bando dallo svolgimento delle procedure concorsuali.
Infatti, in un secondo dispositivo varato sempre ieri dal Consiglio dei Ministri, “lo svolgimento delle procedure concorsuali per l’accesso al pubblico impiego, ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica, sono sospese per sessanta giorni a decorrere dall’entrata in vigore del presente decreto”.
Dunque, anche se i bandi potranno essere pubblicati a stretto giro, per lo svolgimento dell’iter procedurale bisognerà attendere l’alta stagione se non proprio il prossimo autunno.
Alcuni sindacati, per bypassare il problema dello svolgimento delle prove, hanno proposto l’assunzione di docenti solo per titoli.
Precisiamo, tuttavia, che allo stato ci sono ancora tante classi di concorso per le quali non sono ancora state esaurite le graduatorie di merito dei concorsi 2016 e 2018. Pertanto, sarebbe preferibile, prima di stilare nuove graduatorie, andare a smaltire quelle già esistenti.
Proprio laddove ci fossero classi di concorso con graduatorie esaurite si potrebbe pensare ad un’assunzione per titoli. Ma anche in tal caso si verrebbero a creare disparità di trattamento tra i diversi docenti.
Non ci resta che aspettare i risvolti politici della questione in discussione.
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