
DPCM 60 CFU: MANCA POCO ALLA PUBBLICAZIONE
Sembra essere arrivato il via libera dall’Europa relativamente al decreto sui 60 CFU.
Stiamo parlando del decreto del presidente del Consiglio che regola i contenuti della prossima formazione universitaria necessaria per diventare insegnante – laurea più 60 crediti formativi universitari (Cfu) – e al tempo stesso stabilisce le modalità di accreditamento degli atenei che erogheranno i corsi.
Ricordiamo che tale sistema di abilitazione degli insegnanti è stato delineato dal decreto legge 36/2022 voluto dall’ex ministro Patrizio Bianchi.
La nuova abilitazione degli insegnanti prevede il possesso della laurea più 60 Cfu, di cui almeno dieci di area pedagogica (necessari per la formazione iniziale) e incluso il tirocinio (diretto e indiretto) non inferiore a 20 Cfu. Per salire poi in cattedra servirà un concorso, sono previste “eccezioni” per i precari storici.
Questo sistema coinvolgerà, in prima battuta, 90-100mila aspiranti professori. I primi 30-35mila soggetti da abilitare con le nuove norme Pnrr sono coloro che parteciperanno al concorso riservato previsto dal Dl 36 e ormai imminente, al quale potranno partecipare i precari storici (cioè gli insegnanti che hanno maturato tre anni di servizio negli ultimi cinque) o i docenti che sono in possesso dei 24 crediti formativi universitari (necessari per l’abilitazione secondo la vecchia normativa in vigore fino allo scorso autunno).
I primi dovranno, una volta superato il concorso, conseguire 30 Cfu e svolgere la prova di abilitazione per poter passare di ruolo; i secondi dovranno ottenere i 36 Cfu che mancano per arrivare a 60.
A questa platea si aggiunge una fetta di aspiranti docenti altrettanto ampia. Per loro il ministero dell’Istruzione e del merito (Mim) punta a una selezione “aperta” agli abilitati da bandire nel corso del 2024 secondo la nuova procedura (laurea + 60 Cfu), così da far entrare i giovani neolaureati in classe (oggi l’età media del corpo docente sfiora i 51 anni).
E’ lo stesso Dl 36 a stabilire che, durante la fase transitoria, coloro che non hanno già un percorso di tre anni di docenza alle spalle, ma vogliono insegnare, potranno conseguire i primi 30 crediti universitari, compreso il periodo di tirocinio, per accedere al concorso. I vincitori completeranno successivamente gli altri 30 crediti e faranno la prova di abilitazione per poter passare di ruolo.
Per semplificare il lavoro degli atenei si sta ragionando su una modifica normativa che consenta di svolgere la metà dei 60 crediti in modalità online. In tal modo, senza dubbio, si semplificherebbero i percorsi volti ad ottenere l’abilitazione.